​Combattere la PSA: il modello spagnolo illustrato da esperti in Provincia
L’efficacia del metodo iberico è basata su tre cardini: conoscenza, prevenzione e massima riduzione del numero di cinghiali

Per affrontare una situazione straordinaria occorrono risposte straordinarie: è la consapevolezza che ha accomunato i partecipanti all’incontro, svoltosi in Provincia nel pomeriggio di martedì 24 ottobre, durante il quale modalità ed efficacia del modello utilizzato in Spagna per combattere la Peste Suina Africana sono stati illustrati dal professor David Garcia Paez (docente di tossicologia, farmaceutica e biologia in diverse università e formatore per diverse realtà zootecniche iberiche e sudamericane) e dagli esperti in biosicurezza Carlos Gamito e Jordi Ramirez.  
I tre ospiti - provenienti da varie aree (Siviglia, Catalogna e Andalusia) della Spagna - ne hanno parlato ai rappresentanti delle organizzazioni agricole e della filiera suinicola, mentre l’ente di Corso Garibaldi era rappresentato dal consigliere provinciale Giampaolo Maloberti e dalla Polizia Locale della Provincia di Piacenza (che già in settembre ha organizzato un corso di aggiornamento sulla biosicurezza collegata alla PSA) con il comandante Luigi Rabuffi, il commissario Roberto Cravedi e l’ispettore Matteo Re.
I rischi di estensione della PSA in Italia preoccupano ovviamente anche il territorio piacentino, e quello emiliano-romagnolo nel suo complesso, per le pesantissime ricadute negative che ne potrebbero derivare per le imprese della filiera e, a seguire, per l’occupazione in uno dei settori cardine dell’economia locale e regionale.
In Spagna stanno ottenendo ottimi risultati con un modello basato su tre cardini:
  • conoscenza: informazione diffusa a tutti gli attori del territorio (addetti ai lavori ma anche popolazione, che altrimenti può facilmente diventare vettore inconsapevole della PSA) circa le modalità di trasmissione e i danni generati dalla Pesta Suina per creare una più diffusa consapevolezza della gravità del problema.
  • prevenzione, con più strumenti: preparazione individuale di tutti coloro che operano - dentro e fuori stabilimenti e allevamenti - nella filiera e nel controllo; automatismi di disinfezione per persone e mezzi in aziende/allevamenti; protocolli di sicurezza; buone pratiche.
  • massima riduzione della popolazione di cinghiali, principale elemento di trasmissione della PSA, con metodi straordinari: ripetute azioni di caccia collettiva con cani (braccata nei diversi quadranti), uso di droni e altri ausli tecnologici (ad esempio fototrappole), utilizzo di sostanze specifiche. 
Nel corso dell’appuntamento è emersa anche l’idea secondo la quale sarebbe opportuno affrontare il problema PSA a livello europeo, con maggiore uniformità nelle norme, per evitare che ogni Stato sia costretto a muoversi da solo.
I partecipanti all’incontro in Provincia hanno deciso di tenere aperto un canale di reciproca comunicazione, con l’auspicio di ulteriori momenti di confronto che possano eventualmente coinvolgere anche la Regione e il Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana.
Per la delegazione spagnola, giunta in Provincia grazie all’interessamento di Roberto Facchini di Infinity Biotech, dopo quello piacentino anche l’incontro di mercoledì con l’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia.

Comunicato del 26/10/2023