PSA ed effetti sulle regole connesse alla pesca e alla vigilanza, la Polizia Locale della Provincia incontra le associazioni ittiche
Informazione e sensibilizzazione sui comportamenti da tenere per tutte le attività all’aperto saranno fondamentali per tutelare allevamenti, filiera e occupazione

Fare un sintetico bilancio sull'attività di vigilanza 2023 e, soprattutto, evidenziare le informazioni utili e confrontarsi rispetto al tema della Peste Suina Africana e ai suoi effetti sulle prescrizioni connesse anche alle attività di pesca dilettantistica e sportiva e alla relativa vigilanza. Questi i contenuti del partecipato incontro - tenutosi nella serata di giovedì scorso presso il Coni - che la Polizia Locale della Provincia di Piacenza, con il comandante Luigi Rabuffi e con l’ispettore Matteo Re, ha organizzato con le associazioni ittiche locali AEOP, AK, ANLC, ARCI, ENAL, FIPSAS, ITAL e PRONATURA.
Ai sensi delle Ordinanze attualmente in essere (quella del Commissario straordinario alla Peste Suina Africana e quella del Presidente della Regione Emilia-Romagna), anche l'attività di pesca e quella di vigilanza in Zona di Restrizione (I e II) devono infatti sottostare a una serie di regole di biosicurezza che è apparso necessario dettagliare ed evidenziare.
Dopo un breve esame dei diversi aspetti - dalla prevenzione alle sanzioni - dell’attività di vigilanza (nel 2023 la Provincia, attraverso la propria Polizia, ha coordinato 62 guardie ittiche volontarie) e dei relativi numeri, il focus dell’iniziativa si è incentrato sui tanti risvolti dell’emergenza PSA in corso, il cui estendersi ha portato all’inclusione della maggioranza dei territori comunali e degli ATC della provincia di Piacenza in Zona di Restrizione PSA I (che riguarda 7 comuni) e II (che interessa 31 comuni), con tutti i vincoli e le gravose specificità operative che ne discendono.
Per la consapevolezza delle norme di biosicurezza, nei territori in Zona di Restrizione di tipo II per PSA, il Comune competente deve ad esempio provvedere all’affissione di apposita segnaletica - con le informazioni principali sulla malattia, i divieti, i comportamenti corretti da adottare - su ogni strada di ingresso alle zone infette e all’ingresso dei centri abitati: le misure generali di biosicurezza devono essere rispettate non solo nell’ambito dei piani di controllo della specie cinghiale in corso, ma per tutte le attività umane all’aperto: attività agrosilvocolturali, biking, trekking, ricerca di funghi e tartufi, manifestazioni religiose, eventi ludici, picnic e campeggi, ma anche monitoraggio ambientale/faunistico e pesca dilettantistica e sportiva.
Il comandante Rabuffi e l’ispettore Re hanno sottolineato il grande lavoro che, anche in concomitanza con la bella stagione, attende anche le guardie ittiche volontarie sia per l’attività di vigilanza in zona D (acque pregiate) sia per la fondamentale attività informativa e di sensibilizzazione che va svolta, a 360 gradi, in relazione ai presidi necessari e alle accortezze alle quali si deve assolvere ad ogni uscita: occorre ad esempio munirsi di disinfettanti, provvedere al cambio delle calzature, lavare ad almeno 60 gradi gli indumenti utilizzati, eccetera.
Ogni azione sarà decisiva per ridurre i rischi ed evitare le enormi conseguenze economiche che, in caso di estensione del contagio PSA agli allevamenti di suini, colpirebbero pesantemente filiera ed occupazione.

Comunicato del 08/04/2024